I biscotti di oggi sono per chi, come me, in questi giorni va di fretta e ha poco tempo da dedicare alla cucina. Croccanti biscottini bigusto alla vaniglia e cacao, profumati da una delicata glassa all'arancia; ottimi da gustare con un te speziato o con una tazza di calda cioccolata fumante.
Curiosità: i biscotti nell’antichità
"Cotto due volte per sconfiggere le insidie del tempo restando a lungo fresco e fragrante: ecco il segreto di uno dei dolci più cari e diffusi. Friabile oppure spugnoso, morbido o croccante, si presta a mille interpretazioni. Non era ancora l’alba per la civiltà, ma già in Medio Oriente l’agricoltura preistorica si esercitava su cereali di diverse specie. Macerati nell’acqua, i chicchi davano origine a poltiglie di varia consistenza. Poi probabilmente, successe che questo composto cadde sulle pietre ancora arroventate da un recente fuoco. Al disappunto iniziale dei presenti, seguì certamente la piacevole sorpresa dell’aroma di quella “galletta”. Era nata una nuova ricetta, molto prima del pane: il biscotto.
Le preparazioni subirono un’evoluzione notevole, insaporendo le paste di base con sesamo, ceci, formaggio, e dolcificandole con uva, fichi, miele. Biscotti e pasticcini erano confezionati già nell’Egitto dei Faraoni per divertire il sovrano non meno che i bambini, come testimoniano i geroglifici.
I Greci creavano dei biscottini votivi di vari forma, uccelli, maiali, tori, a secondo della divinità alla quale erano destinati. Sulla tavola di tutti i giorni non mancavano biscotti raffinati, che pare costituissero la prima e l’ultima portata dei banchetti. Ogni città dell’Ellade andava fiera di una particolare specialità, mentre filosofi e letterati non trascuravano di occuparsi di queste ghiottonerie.
D’orzo, prima che di frumento, furono i biscotti italici fino al V sec. a.C. Orazio regalava in premio ai suoi scolari diligenti i “crustula”, mentre il “buccellatum” era destinato al “buccellarius” cioè il legionario di terraferma impegnato nei lunghi spostamenti. Con il passare del tempo la pasticceria Romana subì una grande evoluzione. Nella capitale dell’impero, sia presso le cucine domestiche che nei “pistores dulciarii” (pasticceri), fu un rigoglio di raffinatezze, quali l’ “humus” (sarta di ciambelle) e il “globulus” (pasticcino alle mele). Particolarmente famosi erano i “crustulum”, consumati dopo le cerimonie sacrificali da offerenti, sacerdoti e aiutanti religiosi, così nelle strade di Roma i “crustularii” si contendevano a viva voce il primato della propria merce." - Tratto da Taccuini Storici.it
Biscotti Bicolori Glassati all’Arancia
Ingredienti per i biscotti
1 confezione di preparato per biscotti
1 cucchiaio raso di cacao amaro
125 gr burro morbido
1 uovo intero
1 bustina di vanillina
Ingredienti per la glassa all’arancia
200 gr di zucchero a velo vanigliato
1 albume
1cucchiai di succo d'arancia
Preparazione
Disporre il contenuto della confezione a fontana sul tavolo, mettere al centro il burro morbido tagliato a pezzetti e un uovo intero. Impastare rapidamente. Dividere l’impasto in due parti, in una aggiungere la vanillina e nell’altra aggiungere il cacao. Impastare velocemente. Avvolgere i due impasti in pellicola trasparente e farli riposare in frigorifero per 1 ora.
Con l’aiuto di un matterello stendere i due impasti in due rettangoli dello spessore di circa 2 mm ciascuno.
Disporre l’impasto nero sopra quello bianco, pressate i due impasti con il matterello per farli ben aderire e arrotolare la sfoglia dal lato più lungo.
Fate riposare il rotolo in frigorifero, avvolto nella pellicola trasparente, per altri 30 minuti. Preriscaldare il forno a 170°. Con un coltello affilato, tagliare delle fette di mezzo cm di spessore. Disporre i biscotti in una teglia foderata di carta forno e infornare per circa 13 minuti.
Fare raffreddare completamente i biscotti. Intanto preparare la glassa: diluire l’albume con lo zucchero a velo e il succo d’arancia sino a ottenere una crema densa, liscia e omogenea. Decorare i biscotti aiutandovi con una siringa per dolci. Farli asciugare completamente, spolverarli di zucchero a velo e servirli.
Pillole di enologia: l’apertura della bottiglia di vino rosso
Per prima cosa, con il coltellino del cavatappi, si dovrà incidere la capsula (o baga), levarla e appoggiarla su un piattino di servizio tenuto di fianco alla bottiglia. Durante questa operazione non è la bottiglia che deve ruotare bensì il coltellino.
Con un tovagliolino, poi, si andrà a pulire la parte superiore del collo della bottiglia; avendo cura di non muoverla si inserirà la punta della spirale del cavatappi nel centro del tappo di sughero e, girandolo dolcemente facendo una leggera pressione, la si farà fuoriuscire dalla parte opposta del tappo (questo per non fare cadere particelle di tappo nel vino) .
Ora si appoggerà la leva del cavatappi sul bordo del collo della bottiglia e con estrema delicatezza, facendo leva sul collo della bottiglia, andrà estratto il tappo avendo cura di non romperlo.
Mai toccare il tappo con le mani, ma utilizzate sempre un tovagliolino di servizio!
Per verificare la presenza di eventuali difetti sarà poi necessario annusare il tappo, che andrà poi riposto sul piattino di servizio. Se il tappo presenta qualche difetto il vino dovrà essere immediatamente sostituito.
Con il tovagliolo di servizio si pulirà l’eventuale pulviscolo di sughero che potrebbe cadere nel bicchiere quando verrà servito il vino e si inizierà il servizio del vino.
ATTENZIONE: nel caso in cui si debba aprire una bottiglia di vino rosso che presenta dei sedimenti, l’apertura dovrà essere realizzata direttamente nel paniere (o cestello) avendo cura di tenere l’etichetta bene in vista ed evitando scossoni che potrebbero riportare in sospensione le particelle solide del vino rendendo così difficile la successiva decantazione.
ATTENZIONE: nel caso in cui si debba aprire una bottiglia di vino rosso che presenta dei sedimenti, l’apertura dovrà essere realizzata direttamente nel paniere (o cestello) avendo cura di tenere l’etichetta bene in vista ed evitando scossoni che potrebbero riportare in sospensione le particelle solide del vino rendendo così difficile la successiva decantazione.
N.B. NON AUTORIZZO la pubblicazione delle foto, in alcuno spazio della rete, che siano FORUM o ALTRO, senza preventiva richiesta perché sono protette dalla legge sul diritto d'autore n.633/1941 e successive modifiche.
Copyright © Laura De Vincentis All Rights Reserved
bellissimi e sicuramente buonissimi,brava
RispondiEliminagolosi a tal punto che direi libidinosi, perfetti per le feste natalizie! Un abbraccio SILVIA
RispondiEliminabellissimi e favolosa la foto, sembra che faccia uscire e il profumo dallo schermo!!!
RispondiEliminasarebbero perfetti adesso che sto bevendo il primo caffè della giornata !
RispondiEliminacosì presentati, sono veramente invitanti. Complimenti.
RispondiEliminache dirti se non....WAOWWWWWWWWWWW
RispondiEliminasono assolutamente strepitosi!
Sono deliziosamente natalizi! Quanto mi piacerebbero con i miei tè aromatici...una pausa golosissima!!! Un abbraccio, Mary
RispondiEliminaio li mangerei pure da soli!
RispondiEliminaMi incuriosisce molto la glassa all'arancia.
RispondiElimina