E capita che sei a pranzo in una steak house capitolina e solitamente a quell’ora incocci nel "triste impiegato o venditore" in pausa pranzo, con i suoi altrettanto tristi discorsi da pausa pranzo, che tanto mi ricordano quel tempo lontano in cui anche la sottoscritta riscaldava una triste nonchè inutile scrivania. Solitamente si muovono in gregge, discorrono di listini prezzi e calcio, mentre invece se sono donne si ingozzano di amatriciana e tramezzini parlando di dieta e shopping. Insomma i soliti "biotopi d'ufficio" fatti in serie con un triste stampino.
Invece il tizio che si è seduto oggi accanto al nostro tavolo lo posso definire un autentico e bizzarro fenomeno metropolitano, che non può passare certo inosservato almeno a chi siede nei tavoli accanto al suo: il “proattivo/piacione” intorno alla quarantottina, palestrato, incravattato, inamidato, abbronzato alla Ostia beach, sudaticcio, appiccicaticcio, con una folta zazzera castana/tinta che termina sulla fronte con un voluttuoso ciuffo a baita, sbilenco, iperlaccato e mai fuori posto che tanto lo fa assomigliare al Ken, lo storico fidanzato di Barbie (anche se poi Barbie si trombava il Big Jim, ma questa è un'altra storia). Con il cellulare a ventosa ben piantato sull’orecchio parla, parla, parla (ma siamo sicuri che dall’altra parte qualcuno lo stia ascoltando????) manco fosse l’amministratore delegato di chissà quale colosso mondiale e nel frattempo consiglia i colleghi sul menù più salutare da scegliere alternando l’insalata di pollo a lezioni di marketing su come vendere macchinari per la fisioterapia di cui, considerando l’alto tono di voce, regala pillole di conoscenza a tutti i tavoli intorno. E quando la cameriera si presenta al tavolo per prendere l’ordine ecco che il PP (Proattivo/Piacione) parte con una tiritera incredibile sul fatto che in quel locale si serve solo ed esclusivamente carne a discapito delle verdure… ma va????!!! Ma non era forse consapevole di essere entrato in una tra le più rinomate steak house della capitale???? O forse era convinto di trovarsi in un locale vegano dove servono bistecche di seitan, alghe in insalata e succo di sedano e limone da bere brindando alla pace nel mondo?
Insomma alla fine giungono al tavolo le comande: acqua minerale naturale per tutti (ovvio mancando la centrifuga di sedano...), i colleghi presi per sfinimento alla fine hanno ordinato un'insalata di pollo pur guardando con occhio famelico e invidioso le bisteccone con patatine fritte degli altri tavoli, ma quanto meno si sono risparmiati il “pippone” sulla carne e il cazziatone sui fritti… e per il “proattivo/piacione?” Beh davanti a lui la cameriera, basita quanto le occhiate dei tavoli circostanti e tra il mutismo dei colleghi commensali, lascia tre tristi ciotoline: una ciotola con fagiolini al burro, una con foglie di spinaci saltati e l’ultima con una e dico una tristissima patata bollita, di un colore giallo pallido da fare tenerezza, nella versione ovviamente “plain”.
Ma un buon risotto ai funghi come lo vedete? Ormai mi conoscete e sapete che io vivrei di risotto a colazione, pranzo e cena e… considerando che la brezza serale consente ancora di gustare piatti caldi a un buon piatto di risotto non posso certo dire di no.
E capita che sei a pranzo in una steak house capitolina e solitamente a quell’ora incocci nel "triste impiegato o venditore" in pausa pranzo, con i suoi altrettanto tristi discorsi da pausa pranzo, che tanto mi ricordano quel tempo lontano in cui anche la sottoscritta riscaldava una triste nonchè inutile scrivania. Solitamente si muovono in gregge, discorrono di listini prezzi e calcio, mentre invece se sono donne si ingozzano di amatriciana e tramezzini parlando di dieta e shopping. Insomma i soliti "biotopi d'ufficio" fatti in serie con un triste stampino.
Invece il tizio che si è seduto oggi accanto al nostro tavolo lo posso definire un autentico e bizzarro fenomeno metropolitano, che non può passare certo inosservato almeno a chi siede nei tavoli accanto al suo: il “proattivo/piacione” intorno alla quarantottina, palestrato, incravattato, inamidato, abbronzato alla Ostia beach, sudaticcio, appiccicaticcio, con una folta zazzera castana/tinta che termina sulla fronte con un voluttuoso ciuffo a baita, sbilenco, iperlaccato e mai fuori posto che tanto lo fa assomigliare al Ken, lo storico fidanzato di Barbie (anche se poi Barbie si trombava il Big Jim, ma questa è un'altra storia). Con il cellulare a ventosa ben piantato sull’orecchio parla, parla, parla (ma siamo sicuri che dall’altra parte qualcuno lo stia ascoltando????) manco fosse l’amministratore delegato di chissà quale colosso mondiale e nel frattempo consiglia i colleghi sul menù più salutare da scegliere alternando l’insalata di pollo a lezioni di marketing su come vendere macchinari per la fisioterapia di cui, considerando l’alto tono di voce, regala pillole di conoscenza a tutti i tavoli intorno. E quando la cameriera si presenta al tavolo per prendere l’ordine ecco che il PP (Proattivo/Piacione) parte con una tiritera incredibile sul fatto che in quel locale si serve solo ed esclusivamente carne a discapito delle verdure… ma va????!!! Ma non era forse consapevole di essere entrato in una tra le più rinomate steak house della capitale???? O forse era convinto di trovarsi in un locale vegano dove servono bistecche di seitan, alghe in insalata e succo di sedano e limone da bere brindando alla pace nel mondo?
Insomma alla fine giungono al tavolo le comande: acqua minerale naturale per tutti (ovvio mancando la centrifuga di sedano...), i colleghi presi per sfinimento alla fine hanno ordinato un'insalata di pollo pur guardando con occhio famelico e invidioso le bisteccone con patatine fritte degli altri tavoli, ma quanto meno si sono risparmiati il “pippone” sulla carne e il cazziatone sui fritti… e per il “proattivo/piacione?” Beh davanti a lui la cameriera, basita quanto le occhiate dei tavoli circostanti e tra il mutismo dei colleghi commensali, lascia tre tristi ciotoline: una ciotola con fagiolini al burro, una con foglie di spinaci saltati e l’ultima con una e dico una tristissima patata bollita, di un colore giallo pallido da fare tenerezza, nella versione ovviamente “plain”.
Ma un buon risotto ai funghi come lo vedete? Ormai mi conoscete e sapete che io vivrei di risotto a colazione, pranzo e cena e… considerando che la brezza serale consente ancora di gustare piatti caldi a un buon piatto di risotto non posso certo dire di no.
Risotto ai Funghi
Ingredienti per 4 persone
350 gr di riso carnaroli
1 cipolla bionda
1 noce di burro
2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva
150 gr di funghi freschi
100 gr piselli
100 ml di Vino bianco secco
1 litro di Brodo vegetale
Parmigiano grattugiato
0,1 gr stimmi di zafferano
Preparazione
Mettete gli stimi di zafferano in mezza tazzina di acqua calda e lasciateli in infusione per circa 20 minuti. Mettete in un tegame olio, burro e fate soffriggere la cipolla tritata. Appena prenderà colore aggiungete i funghi, che avrete precedentemente lavato e affettato, e i piselli. Lasciate insaporire il tutto per qualche minuto. Aggiungete il riso e farlo tostare. Sfumate con il vino bianco. Una volta evaporato cominciate a versare il brodo caldo e portate il riso a cottura (circa 18 minuti) mescolando di tanto in tanto. A fine cottura aggiungete gli stimmi di zafferano avendo cura di mescolare per bene per rendere il colore uniforme. Mantecate con una noce di burro e del parmigiano. Servire caldo e all’onda.
Preparazione
Mettete gli stimi di zafferano in mezza tazzina di acqua calda e lasciateli in infusione per circa 20 minuti. Mettete in un tegame olio, burro e fate soffriggere la cipolla tritata. Appena prenderà colore aggiungete i funghi, che avrete precedentemente lavato e affettato, e i piselli. Lasciate insaporire il tutto per qualche minuto. Aggiungete il riso e farlo tostare. Sfumate con il vino bianco. Una volta evaporato cominciate a versare il brodo caldo e portate il riso a cottura (circa 18 minuti) mescolando di tanto in tanto. A fine cottura aggiungete gli stimmi di zafferano avendo cura di mescolare per bene per rendere il colore uniforme. Mantecate con una noce di burro e del parmigiano. Servire caldo e all’onda.
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Come non comprendere, Laura! Anche io vivrei di risotti. E leggerti a quest'ora, trovarsi davanti questa immagine, dalla quale ho quasi l'impressione fuoriesca il profumo inebriante del tuo piatto sublime, è una vera tortura!:)
RispondiEliminaUn abbraccio e buona serata
MG
anche in estate un bel risotto ci sta bene !
RispondiEliminadeve essere mooooooooolto buono... complimenti tesoroooooooo!!
RispondiEliminarisotto originale con i funghi piselli e stigmi di zafferano
RispondiEliminahahaahahahahah certo che doveva essere "simpatico" un vicino di tavolo così :) una volta invece mi capitò in mensa dell'uni (niente a che fare con la steak house :P ) c'era un prof di matematica che mi sta proprio sui... cabasissi (non so se si scrive così?) comunque è il classico tipo che racconti tu, triste, che parla di lavoro e del suo egocentrismo quando si gira un collega e gli fa "Marò Vincenzo e stai zitto, stiamo mangiando" e io interruppi il silenzio imbarazzante con una rumorosa risata :D (mi aveva definito inventore della matematica perché mi ero "inventato" qualche calcolo :P). E' bello ascoltare certe storie quando si pranza :) buona giornata :-*
RispondiEliminaps ottimo il risotto ai funghi *.*
Io penso che per un risotto così sia sempre la stagione giusta! Che bellezza....
RispondiEliminabaci,
simo
Che risotto squisito...e che squisito vicino di tavolo hai avuto la fortuna di capitare
RispondiEliminaCiao! un pò fuori stagione per noi, ma siamo certe sia ottimo il tuo risotto! rientra tra i primi piatti che amiamo di più anche noi, questa versione poi è ricca e pure colorata!
RispondiEliminabuon weekend, bacioni
Il vino non lo conosco, ma per quanto riguarda il risotto, faccio volentieri anche il bis! Bello e buono!
RispondiEliminaIl tizio alla steak house invece te lo lascio volentieri tutto tutto!!!! :-)
Ciao